Libertà

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  1. .Gannicus
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    Gannicus quella notte non riusciva a dormire. Rigirava tra le mani il "rudis" e ancora non riusciva a crederci.
    Si era svegliato schiavo quella mattina e ora era libero.
    Libertà: un sogno che l'aveva rincorso da quando era stato venduto a Batiato ed era arrivato in quella scuola.
    Ripensò all'offerta che solo poche ore prima il "dominus" gli aveva fatto. Rimanere lì a combattere come gladiatore, pagato naturalmente. Poteva andare e venire a suo piacimento e addirittura dormire lontano dagli altri comuni schiavi.
    Non sapeva se accettare o andarsene. Era convinto di aver già dato tutto a quella scuola. Aveva lasciato proprio quella mattina il gravoso compito di essere il campione di Capua a Crixus, titolo che per altro meritava.
    Anche se c'era Spartacus. Non capiva ancora bene quel ragazzo. Era un ottimo gladiatore ma era troppo ribelle: una brace nascosta sotto la cenere e pronta ad ardere in qualsiasi momento.
    Sorrise: sì anche lui forse era stato così, qualche anno prima.
    Poi alcuni rumori provenienti dalle celle vicine e dai corridoi adiacenti lo distrassero da quei pensieri.
    Sbirciò fuori: a quanto pare non era l'unico a non riuscire a dormire, quella notte.
     
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  2. Luwen_Shinais
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    spartacus_22_lp



    Rudis. Un oggetto insulso fatto di legno, facilmente distruttibile, con incise sopra delle vittorie che non importa averle per iscritto su di un pezzo di legno, saranno sempre scolpite nella memoria del vincitore che ha ballato con la morte e l'ha fottuta da dietro. Eppure è un banalissimo pezzo di legno che desideravano tutti in quel buco, da anni ed anni. Come la leggenda, la favola bella d'uno schiavo reso libero.
    C'aveva sperato fino a credere che fosse la favola inventata ai piccoli per la speranza d'un futuro migliore, ma quella consapevolezza, quella possibilità, alla fine si era fatta sentire. S'era fatta viva insinuandosi nell'arena in cui Gannicus aveva vinto.
    L'aveva reso libero.
    Era reato invidiare un fratello? Secondo Enomao si, era l'alto tradimento della fedeltà e dell'amicizia.
    Forse per quello non riusciva a dormire, forse per questo e sicuramente per la mancanza di Melitta al suo fianco a scaldarlo durante la notte.
    Decise d'alzarsi dal letto, e di rincuorare quei pensieri malevoli proprio andando verso la cella dell'ormai libero campione.
    Un paio di passi, ed essendo il maestro non avrebbe avuto nessuna noia a riguardo, e si diresse verso la sua porta, senza badare per una volta al vociare sommesso nei corridoi.
    Vide il suo volto sbirciare nel vociare, illuminato dalle torce a muro, e gli rivolse un sorriso: “Dunque anche se non sarai più il Campione di Capua, rimarrai nella storia di tutti noi”.
     
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  3. .Gannicus
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    “Dunque anche se non sarai più il Campione di Capua, rimarrai nella storia di tutti noi”.
    La voce profonda di Enomao gli giunse ancor prima di vedere il suo volto segnato e gli occhi neri e profondi.
    Spalancò la porta della cella, gettando il rudis con noncuranza sulla brandina e si fece da parte, per permettere al suo migliore amico di entrare, se così lo poteva ancora definire.
    Chissà cosa avrebbe detto se solo avesse saputo cosa aveva iniziato a provare per Melitta, e quel segreto che si portava nel cuore.
    Di sicuro l'avrebbe ucciso e poi avrebbe ripudiato lei.
    No, se avesse deciso di rimanere quel segreto se lo sarebbe portato fino alla tomba.
    Del resto la casa di Batiato era famosa per i numerosi segreti che celava.
    "Amico mio," disse, sorridendo "anche tu insonne questa notte. Non siamo gli unici a quanto pare." aggiunse accennando ai lievi mormorii e ai sospiri che giungevano dalle celle vicine. "A cosa devo questa visita notturna? Oltre a farmi degli elogi che non merito."
     
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  4. Luwen_Shinais
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    spartacus_22_lp



    Lo vide scansarsi e permettergli di passare in quell'umile antro umido che era la sua cella. Anche se uomo libero, certo non aveva lo sfarzo che invece ai ricchi di Roma era concesso, con gli agi, i pettegolezzi e lo sfarzo inutile e finto. Questo lo tranquillizzò, gli fece ricordare che era ancora lì, e lo rese ai suoi occhi più umano e mortale di come dopo la sua vittoria e liberazione l'aveva creduto.
    Osservò le piaghe del volto, gli parve persino pensieroso, come se la libertà pesasse sulle spalle dell'uomo senza catene ne museruola.
    Questa notte è una notte infausta per tutti” portò la mano ferma sulla sua spalla come ammonimento amichevole a cercare di bloccare il flusso delle sue preoccupazioni, forse scambiando con lui uno dei loro ultimi contatti, dato che Enomao sarebbe stato uno dei pilastri fondamentali della scuola di Batiato, e certamente non avrebbe avuto mai libertà.
    Risposte” la voce calma uscì gutturale dalle labbra, mentre il volto abbandonava ogni più vivida e felice espressione del volto, lasciando quel senso d'amarezza, inquietudine e vaga ombra di solitudine.
    Non potevo credere alla tua liberazione, ma nell'Area sei ancora una volta stato il vincitore”. Il modo silenzioso di chiedergli della libertà che gli era stato riconosciuto.
     
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  5. .Gannicus
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    “Questa notte è una notte infausta per tutti” disse Enomao e allo stesso tempo gli poggiò la mano sulla spalla, in un gesto che Gannicus trovò rassicurante.
    Era sempre stato il suo migliore amico, la sua guida e anche il suo insegnante. Non poteva e non voleva che i sentimenti che provava per Melitta potessero oscurare e rovinare questo legame.
    Poi lo sguardo di Enomao si fece più scuro mentre proseguiva e velatamente gli domandava della libertà appena acquisita.
    Gannicus sospirò e andò a sedersi sulla branda. Il rudis giaceva lì vicino. Gli lanciò un occhiata distratta.
    "Non potevo crederci nemmeno io. Per un attimo ho pensato che fosse tutto frutto della mia immaginazione. Poi quando tutti hanno iniziato a gridare il mio nome ho capito che era vero." fece una pausa, pensieroso e incerto se rivelare al suo amico ciò che Batiato gli aveva offerto. "Batiato mi ha offerto di rimanere." disse infine, decidendo di omettere alcuni dettagli, e puntò lo sguardo su Enomao, cercando e attendendo la sua reazione.
     
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  6. Luwen_Shinais
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    spartacus_22_lp

    Lo guardò tentando di sorridergli, cercando di mostrare sul volto sempre meno quell'invidia e volendo scacciare quella che per lui era vista come una cattiveria. E si sedette al suo fianco, fissando da lontano quell'inutile oggetto che avrebbe potuto rendere anche lui libero.
    Aver ricevuto la libertà per aver combattuto bene, è un grande onore Fratello” e tentò di nuovo di dargli una pacca, osservando a terra in quel momento, amareggiato.
    Ma alzò il capo per sorridergli, giusto per mostrargli quanto volesse essergli vicino. “E meriti il meglio” gli rivolse con cuore.
    Ma sicuramente se avesse saputo di loro due (Melitta e Gannicus) non avrebbe detto tutto ciò, forse l'avrebbe odiato a morte ed avrebbe pregato perché se ne andesse.
    Ma non sapendolo, quando Gannicus accennò all'offerta di Batiato, sorvolando i dettagli, di colpo si fece interessato, e rimase sorpreso e visibilmente compiaciuto.
    E cosa farai allora?” ma di nuovo si pentì subito dopo, parlava con l'arroganza dell'uomo e non la benevolenza del fratello, e non voleva che l'uno prendesse il sopravvento sul resto.
     
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  7. .Gannicus
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    “E cosa farai allora?” gli domandò Enomao.
    Gannicus non rispose subito. Lo osservò per un istante.
    Avvertiva un aria strana e il suo amico gli appariva diverso. Non che fosse mai stato particolarmente loquace, anzi aveva sempre avuto un carattere piuttosto riservato ma quella sera gli pareva quasi irritato.
    Che fosse venuto a sapere di lui e Melitta? No, si disse, era impossibile. Nessuno dei presenti quella sera si sarebbe preso il disturbo di andarlo ad informare.
    E sicuramente nè Batiato nè Lucretia ci tenevano che si sapesse.
    Ma allora cosa...
    Forse era geloso della sua libertà ottenuta. Sì doveva essere quello.
    "Non lo so." rispose infine. Scosse il capo, fissando il muro della cella, e si strinse nelle spalle. "Non lo so davvero." ripetè. "Da un lato credo di non avere più nulla da dare alla casa di Batiato." si voltò a guardare il suo amico. "Sai bene che non ho mai combattuto per lui. Ma dall'altro... la libertà mi spaventa. E' allettante ma non saprei dove andare. E qui ho te...e Melitta..."
     
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  8. Luwen_Shinais
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    spartacus_22_lp

    Scosse il capo positivamente seguendo il filo dei suoi discorsi e quando si riferì a lui e Melitta come motivazione principale del suo dubbio di andarsene o meno dalla casa di Batiato sorrise, ma non potè non dire quello che secondo lui, sarebbe stato meglio: “Nessun uomo ha mai avuto la libertà dal proprio padrone, e tu oltre a queste mura, avevi un'altra vita” era buffo, era stato uno dei tanti che una volta giunto nella casa di Batiato aveva creduto di non poter più pensare alla vita prima della schiavitù e della scuola, aveva saputo distaccarsi dal vecchio Enomao e forgiarsi secondo il volere di Quinto e del maestro che insegnava nella scuola prima di lui. Ed ora invece andando contro dei principi fondamentali per lui e la sua nuova vita in quelle mura, diceva a Gannicus di riappropiarsi di quello che per lungo tempo Roma gli aveva sottratto.
    Lui avrebbe certamente fatto altrettanto, e se da una parte lo invidiava, dall'altra nutriva per lui abbastanza affetto da non potergli certo chiedere di rimanere lì per lui e sua moglie. Se avesse anche solo avuto una recondita possibilità di avere una vita migliore, che potesse viverla, senza ripensamenti, lui gli avrebbe dato la sua più completa benedizione ed il suo appoggio.
    Hai la possibilità di ricordare il passato e di viverlo come meglio desideri, ma non sciupare questa opportunità per rimanere uno schiavo, tu un tempo eri libero” e lo seguì con lo sguardo, alla ricerca della sua titubanza di fronte a quella scelta, per lui così ovvia e banale.
     
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  9. .Gannicus
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    Le parole di Enomao lo colpirono. Aveva ragione su tutto: lui prima di essere schiavo aveva una vita; una vita che ormai non ricordava nemmeno più, tanto era il tempo trascorso da allora. E forse era una vita che non gli apparteneva più.
    Quando aveva lasciato la sua terra era solo un ragazzo. Ora era un uomo forgiato dal sangue e dalla morte.
    Come poteva anche solo pensare di tornare quello che era prima?
    Ripensò alla sua famiglia: chissà se erano ancora vivi, e chissà se si ricordavano di lui.
    Poi scosse il capo. Era inutile rivangare ricordi a volte troppo dolorosi. Lui non era come Spartacus, la cui schiavitù era fin troppo recente per non ricordare la vita precedente.
    La sua vita ormai era... Beh era essere un gladiatore. Non sapeva fare altro e dopotutto forse l'offerta di Batiato la poteva pure accettare, almeno per un po'. Almeno finchè non avesse fatto chiarezza nel suo cuore e avesse capito cosa fare: con la sua vita e con Melitta.
    "Hai ragione amico mio. Avevo una vita fuori di qui. Ero libero. Ma poi è cambiato tutto e quello che ero prima non lo ricordo nemmeno tu. Sono di nuovo libero, è vero. Ma non posso riprendere la mia vita da dove l'avevo lasciata. Devo inventarne una nuova. E l'unica cosa al momento di cui sono certo è che sono un gladiatore. E anche se non ho mai combattuto per Batito in fondo essere gladiatore mi piace." lo disse tutto d'un fiato, seguendo il corso dei suoi pensieri. Guardò Enomao, che lo ascoltava in silenzio.
    Si alzò in piedi. I rumori fuori nei corridoi e nelle celle vicine parevano essersi quietati. Forse era giunta finalmente l'ora di dormire.
    "Scusa, forse ti ho trattenuto fin troppo. E ti ho importunato con i miei problemi."
     
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  10. Luwen_Shinais
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    spartacus_22_lp

    L'osservò e abbozzò un sorriso amaro, poi aprì di nuovo le labbra sottili e tornò a parlare “La vita è tua, ma non è vita questa che ti viene offerta, sappi fare scelte di cui non potrai pentirti in un futuro prossimo, combattere è stata la tua vita fino ad ora, e solo per volere d'altri, ora avresti libertà di scelta” e con voce più incalzante e fiero “Saresti arbitro di te stesso e delle tue scelte” un sogno che uomo stava infrangendo, e che lui avrebbe voluto cogliere.
    La scelta riguardava Gannicus, ed anche se era geloso della gloria acquisita, era anche orgoglioso di ciò che quell'uomo avrebbe potuto fare di se.
    Sarai amato, e sarai la leggenda dell'arena, l'unico che per il combattimento abbia avuto riconoscimenti, ma non sei niente se non uno schiavo gladiatore, fuori dalle mura di questa scuola, potrai essere un uomo e tutto ciò che desidererai essere” e gli diede una pacca sulla spalla alzandosi e dirigendosi verso la porta della stanza del campione di Capua. Scosse il capo dall'alto verso il basso e “si, è bene riposare prima del nuovo giorno” e con la mano ad indicare verso l'alto “Spero tuttavia che questa notte serena sia portatrice di consigli e ammonizioni e che ti dia la possibilità di scegliere con giudizio la via migliore per te” e si volt pronto a lasciarlo.
     
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  11. .Gannicus
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    Ascoltò attentamente Enomao, senza interromperlo. Quel che diceva era giusto e da un lato lo lusingava, ma dall'altro pareva quasi che lo spingesse ad andarsene.
    E questo non faceva che confonderlo ancora di più. O di certo non lo aiutava.
    Ma su una cosa era d'accordo con lui: era tempo di dormirci su e forse il mattino avrebbe portato nuova luce nel suo cuore e gli avrebbe fatto prendere la giusta decisione.
    Dopotutto aveva chiesto a Batiato qualche giorno per decidere.
    "Grazie per gli ottimi consigli e per le parole di conforto che mi hai dato, fratello. " gli disse seguendolo verso la porta della cella. "Spero che questa notte mi porti consiglio e mi faccia prendere la decisione migliore per tutti."
    Nel corridoio tutto era tranquillo ora. Probabilmente anche gli altri gladiatori stavano ormai riposando. "Buona notte dunque." disse, congedandolo.
     
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10 replies since 8/10/2012, 23:46   161 views
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